domenica 29 ottobre 2017

Resine naturali e artificiali (PARTE II)

L' imitatio naturae effettuata da parte dell'uomo riguarda anche aspetti non propriamente chimici (materiali), come ad esempio la forma della resina artificiale realizzata: riportiamo in questo post due esempi di resine naturali che sono state imitate dall' uomo (quasi) alla perfezione.
L'ambra (fig. 1, in greco Hλεκτρον,Elektron) è resina fossilizzata diffusa in moltissime parti del mondo (America centrale, Italia e nell'area baltica), che ha rivestito grande importanza commerciale nella storia europea prima ancora della sua importanza paleontologica (fig. 2, coda di dinosauro incastrata nell'ambra): l'uomo è riuscito a riprodurre esattamente la forma dell' ambra, ma le resine artificiali non presentano le note proprietà dell'ambra. Le imitazioni in plastica non si elettrizzano per strofinio,  affondano e non galleggiano: i metodi più efficaci per riconoscere l'ambra sono senza dubbio la prova del calore (l'ambra autentica non annerisce ma emana un gradevole profumo), la prova della solubilità e alla luce UV (essa assume un aspetto fluorescente). Insomma, l'uomo è riuscito a realizzare materiali sintetici che visivamente si avvicinano molto all'originale.
Un altro esempio è la pece (o colofonia): in fig. 3 possiamo osservare il materiale grezzo, familiare ai violinisti (riduce l'attrito delle corde dell'archetto sullo strumento), mentre in fig. 4 è presente un tipo di pece lavorata dall'uomo: come possiamo vedere la sua forma risulta troppo regolare e non traslucida, senza sporgenze o rientranze, indice di maggiore resistenza e lavorazione artificiale (infatti la pece è per sua natura molto fragile a temperatura ambiente) e il colore è certamente innaturale.



fig. 1



fig. 2


fig. 3

fig. 4

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