sabato 28 ottobre 2017

Scavando nell'artificiale

Per analizzare un prodotto dell attività umana o della natura, non si può prescindere dall'osservarlo, ossia adoperare il senso della vista per "intuire" i suoi elementi costitutivi: cerchiamo di analizzare la resina artificiale in fig.1 inizialmente in modo un po' grossolano, come avrebbe fatto l' homo faber, o più in generale l'uomo primitivo.
Per prima cosa possiamo notare che questo materiale ha un aspetto molto simile al miele, una consistenza viscosa al tatto, "appiccicosa", proprio come le resine degli alberi; inoltre può indurirsi in particolari condizioni, quali freddo o caldo. Tuttavia possiamo classificare tantissimi altri tipi di resine,come quelle la cui consistenza è granulosa e non propriamente fluida (fig. 2): quali sono gli elementi che contraddistinguono le resine?
La componente sapiens ci aiuta nell'analisi: tutte le resine sono accomunate dall'avere la medesima struttura microscopica: una complessa rete di polimeri che, combinati in maniera differente generano resine con proprietà chimico-fisiche diverse, adatte a specifiche applcazioni. Fenolo e formaledide danno vita a resine fenoliche, formaldeide e melammina sono alla base delle resine melamminiche  l'acrilonitile genera resine acriliche (fig. 1); altre resine sono generate da epossidi (resine epossidiche) o addirittura da ioni e cationi, disponibili per lo scambio ionico (resine a scambio ionico,fig. 2): insomma, il mondo delle resine create dall'uomo è immenso e credere di arrivare ad una conoscenza completa sull'argomento è impossibile. 

Nei prossimi post ci limiteremo ad analizzare le differenze principali tra le resine naturali ed artificiali.







fig. 2
                             
                                             fig 1

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